Una installazione urbana
con 1001 sassi sparsi in città
Aurelio Fort e Alfonso Lentini
stanno preparando l’azione per il 25 aprile
di Stefano Vietina
BELLUNO Un sasso, un'impronta, la voglia di esserci, di
ricordare, ma soprattutto di ri-esistere per cambiare. Il prossimo 25 aprile, la Festa della Liberazione a
Belluno sarà caratterizzata anche da 1001 sassi, firmati. «L'idea originaria –
spiega il pittore Aurelio Fort, autore di questo singolare progetto artistico
internazionale insieme allo scrittore Alfonso Lentini – è semplice e lega la
montagna, la roccia, i sassi al tema della Resistenza; sia perché partigiani e
ribelli hanno sempre vissuto questi luoghi come base per le loro battaglie, sia
perché, grazie alle loro forme proiettate verso l’alto, le montagne evocano
l’idea stessa di libertà. Ma non ci siamo voluti fermare al ricordo, abbiamo
voluto guardare al futuro». In che modo? «Al motto di Resistere per
Ri-Esistere, ovvero lottare contro ogni forma di oppressione per esistere di
nuovo, per tornare ad essere donne ed uomini liberi di affermare la propria
storia e la propria vita». Quindi Fort e Lentini hanno pensato di realizzare
proprio a Belluno, città medaglia d’Oro per la Resistenza, una grande Installazione
Urbana con l'esposizione, distribuita nel tessuto urbano, di 1001 sassi («un
numero palindromo, che è simbolo della continuità, dell'infinito»). Un'azione
collettiva «per trasformare Belluno in spazio di accoglienza, collettore di
idee e pluralità; perché crediamo che la Resistenza sia un simbolo universale che tende al
superamento delle barriere fra i popoli». Su ogni sasso sarà applicato un
numero ed il nome di chi ha aderito all'iniziativa. L'impronta di un dito della
mano, impressa su carta con qualsiasi tecnica, può essere inviata agli
indirizzi: Resistere per Ri/esistere, Aurelio Fort, via Montecroce 19 Comelico
Superiore; oppure a Alfonso Lentini, via Agordo 337 Belluno. C'è tempo fino al
31 marzo. Le adesioni sono già oltre 500 e sono presentate in un blog
(resisistereper.blogspot.it) che documenta le varie fasi del progetto. Ci sono
anche impronte di artisti come Emilio Isgrò, Pablo Echaurren, scrittori come
Tiziano Scarpa o Carola Susani, noti architetti, musicisti, attori, fotografi, ceramisti,
artisti, cantanti come Fiorella Mannoia, persino una showgirl come Rosa
Fumetto, la famosa ballerina del Crazy Horse. «Ma anche e soprattutto semplici
cittadini che si sono riconosciuti nella nostra idea – prosegue Fort - ed hanno
voluto entrare a far parte del progetto in una dimensione internazionale. Ci
sono giunte adesioni da ben 36 Paesi di tutti i continenti, da Teheran e da
Mosca, da Ulan Bator in Mongolia e da Sidney. E poi ancora dal reparto
oncologico di Aviano, dove si vivono drammatiche storie di quotidiana
resistenza contro il male. Da Parigi ci è giunto addirittura un sasso». Già i
sassi. «Li abbiamo presi sulle rive dei fiumi Tagliamento, Isonzo, Drava,
Piave; dei torrenti Cordevole, Padola, Frison; levigati negli anni dallo scorrere
dell'acqua. Li abbiamo prelevati da vette altissime, ma anche recuperati nei
campi, tirati fuori con la vanga per farli riemergere dall'oscurità della
terra. Rappresentano essi stessi una forma di resistenza che prosegue nel
tempo. Carezzati, ripuliti, lavati uno per uno li abbiamo poi personalizzati
con numero e nome». I sassi verranno esposti in città nella notte fra il 24 ed
il 25 aprile. E dopo che fine faranno? «Intanto saranno inseriti qua e là –
spiega Fort - nella normalità della vita quotidiana. Una cosa rarefatta». «Poi,
completata l’installazione – chiude Alfonso Lentini - i sassi rimarranno per le
strade di Belluno per qualche giorno, quindi a poco a poco ritorneranno là da
dove sono venuti. Chi vorrà li potrà prelevare e portare con sé, una sorta di
simbolica impollinazione che moltiplicherà e dislocherà all’infinito la nostra
idea».
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