domenica 17 febbraio 2013




Ho aderito con entusiasmo al progetto artistico RESISTERE per RI/ESISTERE perché fa appello alla parte migliore che c’è in ognuno di noi. Gli autori, Aurelio Fort e Alfonso Lentini, hanno avviato un’azione la cui portata va ben oltre lo scopo meritevole e celebrativo della Festa della Liberazione.
Il titolo RESISTERE per RI/ESISTERE evidenzia le proprie radici nella tradizione storica della Resistenza al Fascismo, collega passato a presente e rilancia verso il futuro. Ognuno sa che la vita gli chiederà di confrontarsi con delle prove – se non altro quella finale – per cui questo “motto” diventa un appello alla coscienza civile e morale, una scintilla in un cielo pieno di incertezze ed effetti speciali, un ricordare all’uomo di camminare retto. Resistere dovrebbe essere un atteggiamento connaturato nella nostra coscienza e non si dovrebbe mai smettere di resistere.
RI/ESISTERE significa tornare a vivere in modo nuovo e pieno, nel rispetto dei valori fondanti della società, con il coraggio di farli rispettare e con l’impegno a tramandarli. Questa idealità è sottolineata anche dalla modalità scelta per realizzare il progetto che, prima di concretizzarsi, è stato diffuso attraverso la rete e i social-network e che, dalla città di Belluno, medaglia d’oro per la Resistenza, coinvolge tutta l’Italia e il mondo: un modo innovativo di avviare una riflessione sui valori e sui molteplici significati delle parole.
Se in passato il tema della Resistenza e della Liberazione in alcune aule scolastiche è stato sottovalutato o trattato con paludata (e noiosa) retorica, ora, grazie all’installazione che i due autori ci propongono, si scopre quanto più profondo sia il significato della parola “Resistenza” e del motto RESISTERE PER RI/ESISTERE che invita a tenere alta la bandiera del rispetto reciproco, del coraggio, della conoscenza, della bellezza, della libertà, dei valori umani e civili in cui crediamo.
Mi è particolarmente piaciuto che il progetto non fosse finalizzato all’erezione di un’opera d’arte monumentale, ma che si scegliesse un modo nuovo e coerente anche per testimoniare l’adesione al progetto artistico di una pluralità di individui da ogni dove. Inviando la propria impronta digitale, essi hanno contribuito ad esprimere un risveglio della coscienza in sé e negli altri. La “formula” con cui le impronte verranno fissate e distribuite nella città di Belluno mi sembra rispettosa del concetto,sostenibile e ben fruibile.

Anna Maria Pianca (Museo Civico di Brunico)
 


Nessun commento:

Posta un commento