Ho aderito con entusiasmo al progetto artistico RESISTERE per RI/ESISTERE
perché fa appello alla parte migliore che c’è in ognuno di noi. Gli autori, Aurelio
Fort e Alfonso Lentini, hanno avviato un’azione la cui portata va ben oltre lo
scopo meritevole e celebrativo della Festa della Liberazione.
Il titolo RESISTERE per RI/ESISTERE evidenzia le proprie radici nella
tradizione storica della Resistenza al Fascismo, collega passato a presente e
rilancia verso il futuro. Ognuno sa che la vita gli chiederà di confrontarsi
con delle prove – se non altro quella finale – per cui questo “motto” diventa
un appello alla coscienza civile e morale, una scintilla in un cielo pieno di
incertezze ed effetti speciali, un ricordare all’uomo di camminare retto. Resistere
dovrebbe essere un atteggiamento connaturato nella nostra coscienza e non si
dovrebbe mai smettere di resistere.
RI/ESISTERE significa tornare a vivere in modo nuovo e pieno, nel rispetto
dei valori fondanti della società, con il coraggio di farli rispettare e con
l’impegno a tramandarli. Questa idealità è sottolineata anche dalla modalità
scelta per realizzare il progetto che, prima di concretizzarsi, è stato diffuso
attraverso la rete e i social-network e che, dalla città di Belluno, medaglia
d’oro per la Resistenza,
coinvolge tutta l’Italia e il mondo: un modo innovativo di avviare una
riflessione sui valori e sui molteplici significati delle parole.
Se in passato il tema della Resistenza e della Liberazione in alcune aule scolastiche
è stato sottovalutato o trattato con paludata (e noiosa) retorica, ora, grazie
all’installazione che i due autori ci propongono, si scopre quanto più profondo
sia il significato della parola “Resistenza” e del motto RESISTERE PER RI/ESISTERE
che invita a tenere alta la bandiera del rispetto reciproco, del coraggio,
della conoscenza, della bellezza, della libertà, dei valori umani e civili in
cui crediamo.
Mi è particolarmente piaciuto che il progetto non fosse finalizzato
all’erezione di un’opera d’arte monumentale, ma che si scegliesse un modo nuovo
e coerente anche per testimoniare l’adesione al progetto artistico di una
pluralità di individui da ogni dove. Inviando la propria impronta digitale, essi
hanno contribuito ad esprimere un risveglio della coscienza in sé e negli
altri. La “formula” con cui le impronte verranno fissate e distribuite nella
città di Belluno mi sembra rispettosa del concetto,sostenibile e ben fruibile.
Anna Maria
Pianca (Museo Civico di Brunico)
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